L’intervista.

Ettore Peroni: un viaggio tra Italia e Argentina.

Ettore Peroni è nato a Frader di Torri del Benaco il 7 maggio 1929; dopo il servizio militare se n’è partito per l’Argentina, dove ha fatto di tutto, senza tuttavia che la fortuna si decidesse a sorridergli. Quindi è tornato a Torri e s’è “inventato” albergatore, con successo, pur continuando a coltivare la passione per un’ officina meccanica. Saldatrice e cesoie Ettore Peroni continua ad adoperarle ancora adesso, ma solo per divertimento e per passione. Ha contribuito, poi, con la sua esperienza e sensibilità, alla fondazione del Museo Etnografico del Castello di Torri.

Maestro Peroni ci può raccontare qualcosa della sua esperienza in Argentina?

Nell’Agosto dell’anno 1948 sono entrato in finanza fino al ’51, prima a Roma come ‘allievo e poi a Sondrio come finanziere. Tornato a casa, nel ’53 mi sono sposato e ho raggiunto quattro fratelli in Argentina. Mia moglie, che ho dovuto lasciare a casa perché non aveva il contratto di lavoro, ha potuto raggiungermi dopo averle procurato questo contratto di lavoro dopo circa un anno e mezzo. Abbiamo avuto due figli e appena arrivato ho lavorato in una fabbrica di giocattoli per bambini. Successivamente ho fatto il camionista per due anni avendo così la possibilità di viaggiare e conoscere l’Argentina da nord a sud. Finita questa esperienza mi aggregai ai miei fratelli che avevano un mataderos (macello) e alcune macellerie, delle quali ne comprai una che tenni fino alla partenza con la mia famiglia nel 1959.

Com’era la situazione tra Italia e Argentina a quel tempo?
A quel tempo l’Italia era miseria nera è per questo che emigrai. Là c’era lavoro e guadagno, e tutto questo attirava. Non c’era il problema del mangiare perché l’Argentina attraversava un momento di benessere. Con la rivoluzione di Peron nel ’55 le cose cambiarono: dal molto bene che si stava si arrivò ad un punto drastico tale da farmi decidere di portare a casa la mia famiglia (1959). Tornai in Italia, a Torri del Benaco, e avendo una grande casa di mio padre ne feci un albergo.

Ha progetti per il futuro?
Sto recuperando materiale vecchio (perché non se ne trova molto) e la mia intenzione è di costruire un personaggio della mitologia greca Dioniso. 
La passione di Ettore Peroni, si traduce in una serie straordinaria di opere che vengono apprezzate per la loro genuinità e per il loro legame con un passato povero, di strumenti semplici fatti di metallo. Ed è qui che martelli, forbici, maglie di catena, falcetti e tanti altri strumenti del mondo rurale e industriale vengono abilmente assemblati diventando vera arte. La sua esperienza e la sua sensibilità artistica sono preziose nella fondazione del Museo Etnografico del Castello di Torri del Benaco.
La ricerca di nuovi oggetti e nuove forme rende le opere di Ettore Peroni una continua sorpresa, lo si può capire visitando il suo laboratorio a Frader o ammirando le monumentali sculture come “Il Nettuno” a Torri del Benaco o “Il Dono” presso il Seminario di San Massimo a Verona.

La tecnica utilizzata da Ettore Peroni per la creazione delle sue opere è basata sulla paziente ricerca e assemblaggio dei più svariati oggetti in metallo del passato e del presente. In questo modo gli oggetti inseriti in un nuovo contesto prendono nuova forma e soprattutto assumono un nuovo significato. Ma in qualche caso gli oggetti utilizzati possono cambiare forma, ma mantenere un significato che viene dal passato, come ad esempio i supporti per le brande utilizzate dai soldati italiani durante la prima guerra mondiale, che possono diventare una figura ricurva, evidente segno di sofferenza, una sofferenza di cui il metallo di questi oggetti utilizzati per il riposo di uomini in guerra, è sicuramente impregnato.

Intervista a Ettore Peroni Scultore

Ettore Peroni al lavoro.

Da: DUEMILA ARTE